Il Tribunale di Firenze ha dichiarato il fallimento della società BG Service s.r.l. con sentenza n.18/2019 del 21/01/2019. La società gestiva la piattaforma di scambio e deposito di criptovalute online Bitgrail, tra le quali anche quelle denominate Nano (XRB).
Il tribunale ha affermato che le criptovalute rappresentano dei “beni” ex art. 810 c.c. e come tale costituiscono oggetto di diritto e aggiunge che lo scambio di criptovalute avviene in un sistema non regolamentato in cui i soggetti che vi partecipano accettano, volontariamente, tutti i rischi dal non rappresentare la criptovaluta moneta legale o virtuale.
Ciò premesso, il Tribunale di Firenze ha concluso che la piattaforma aveva esclusivo controllo sulle criptovalute, avendo facoltà di servirsene in autonomia. Il rapporto tra utenti e piattaforma era da qualificarsi ex art 1782 c.c. in termini di deposito irregolare.
Tuttavia, anche nell’ipotesi in cui il rapporto tra l’exchange e gli utenti potesse configurarsi in termini diversi dal deposito o come rapporto misto, secondo il Tribunale vi erano elementi sufficienti per affermare la responsabilità contrattuale della piattaforma in ogni caso.
Dalla sentenza emergono alcuni aspetti tecnici di interesse:
- Le criptovalute consegnate dagli utenti alla piattaforma confluivano in un unico wallet centrale il quale era nella esclusiva responsabilità del gestore della stessa piattaforma; la gestione per mezzo di un unico wallat non consentiva la distinzione e l’attribuzione delle criptovalute ai singoli utenti che le avevano affidate e non era possibile nemmeno determinare a quale utente appartenessero le criptovalute sottratte quando le Nano valute sono state sottoscritte.
- Gli utenti non avevano possibilità diretta di gestire sulla piattaforma le criptovalute ma solo per mezzo del gestore che eseguiva le istruzioni ricevute dagli stessi. La piattaforma, quando non rilevava l’esecuzione della transazione in uscita, inviava automaticamente molteplici transazioni dello stesso importo, quindi a fronte di richieste uniche di prelievo da parte degli utenti, la piattaforma ha invece trasmetto prelievi multipli alla rete Nano per la sottoscrizione delle criptovalute.
- Gli utenti avendo riconosciuta la falla del sistema (maggio - dicembre 2017) ne avrebbero approfittato, così, a fronte di un certo prelievo, questi ricevano criptovaluta Nano per il doppio o addirittura multipli rispetto alla richiesta. Ciò era possibile grazie al sempre disponibile saldo positivo dovuto alla gestione per mezzo di un unico wallet.
Hai degli asset di valore della tua azienda? Noi possiamo aiutarti a proteggerli.