FILOSOFIA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Filosofia e Intelligenza Artificiale

La filosofia offre idee e strumenti concettuali e critici per trattare alcuni dei problemi centrali dell’intelligenza artificiale e, di contro, l’intelligenza artificiale permette di affrontare in modo originale alcune delle questioni della tradizione filosofica.

Di seguito è riportata una panoramica sui filosofi, il cui pensiero puó essere riferito al concetto di intelligenza artificiale.

PLATONE (428 a.C – 347 a.C). Si sofferma su una affermazione di Socrate che chiedeva l’esistenza di un modo per distinguere la pietà dalla non pietà. In altre parole stava anticipando inconsapevolmente il concetto di algoritmo.

ARISTOTELE (383 a.C – 322 a.C). Da vita al al primo sistema deduttivo di ragionamento formale, cioè quel ragionamento nel quale la conclusione a cui si giunge è effettivamente la conseguenza che scaturisce dalle premesse fatte. Parti del sillogismo sono l’induzione e cioè il procedimento che ricava l’universale dal particolare e l’intuizione.

CARTESIO (383 a.C – 322 a.C.). Sostenne che la mente e la realtà materiale sono fatti di due sostanze diverse, che corrispondono a leggi del tutto diverse, questa visione prende il nome di dualismo ed è condivisa da molti filosofi. Dovette però riconoscere che mente e corpo interagiscono, pur essendo distinti, in virtù di un processo misterioso ed inspiegabile.

LEIBINIZ (1646 – 1716). Grande sostenitore del materialismo, cioè di quella corrente che sostiene che le leggi fisiche governano tutto il mondo, in particolare il cervello. Costruì un meccanismo automatico per consentire operazioni mentali, ma la sua non salda base logica non lo portò a conclusioni interessanti.

DAVIDE HUME (1711 – 1776). Contribuì in modo fondamentale allo sviluppo del ragionamento matematico, formulando il principio di induzione in cui regole generali vengono acquisite mostrando delle associazioni ripetute tra i loro elementi.

HUSSERL (1859 – 1938). Fu il fondatore di quella corrente nota con il nome di fenomenologia. La fenomenologia può essere intesa come una metodologia che non mira a costruire un sistema, ma piuttosto a esplorare le fondamenta, per giungere al manifesto, cioè al fenomeno. Riteneva che è impossibile rappresentare la mente, per la sua complessità, mediante regole meccaniche.

RUSSEL (1872 – 1970). Introdusse il positivismo logico, ossia quella dottrina che sostiene che tutta la conoscenza può essere caratterizzata da teorie logiche connesse.

HEIDEGGER (1899 – 1976). Afferma che l’intera costruzione del meccanismo della mente è frutto di un’elaborazione teorica che non corrisponde ad una descrizione fenomenologia. Propose un rovesciamento dell’affermazione di Cartesio “cogito ergo sum” che divenne “sum, ergo cogito” cioè “sono dunque penso”. 

DREYFUS (1929). Critico radicale dell’intelligenza artificiale. Nell’uomo, secondo Dreyfus la memoria è profondamente connessa a quella particolare forma di conoscenza data dall’interazione con il mondo esterno e dalle capacità di relazionarsi agli altri esseri umani, nella vita quotidiana.

MC CARTHY (‘900). Afferma che l’intelligenza artificiale ha bisogno di molte idee che sono state studiate solo dai filosofi. Molti problemi filosofici prendono una nuova forma se pensati in termini di come progettare un robot. Ci si può aspettare che ci sia una materia chiamata filosofia dell’intelligenza in corrispondenza dei campi filosofici e psichici ma in realtà esistono soltanto degli studi filosofici dei metodi di ricerca dell’intelligenza artificiale e sono proposti per chiarire i problemi posti dalla filosofia classica. Afferma: E’ preferibile avere risultati pratici nella ricerca dell’intelligenza artificiale piuttosto che attendere risultati nella pratica della scienza filosofica. 

RAY KURZWEIL (1948). In un articolo intitolato “Superstizioni materialistiche”: Il concetto solito del materialismo è che il cervello, l’hardware, viene prima e il pensiero emerge qualche volta da esso.

Wilber Penfield infine, guru della neurochirurgia concluse, dopo aver condotto ampie ricerche sul cervello: Io, come altri scienziati, siamo giunti a concludere che il cervello comprende la mente

I computer non possono riprodurre la mente umana, senza che la mente fornisca la cognizione del contesto e del significato delle informazioni elaborate.

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